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Burkina Faso: l’economia vola ma la realtà è più complessa

di: Andrea Spinelli Barrile | 9 Dicembre 2025

Il Consiglio dei ministri del Burkina Faso, riunitosi ieri, ha adottato un rapporto che evidenzia una performance particolarmente positiva dello Stato in termini di bilancio e di tesoreria per l’esercizio finanziario 2025, al 30 settembre.

Presentando la situazione economica, il ministro dell’Economia e delle Finanze Aboubacar Nacanabo ha rivelato che il Burkina Faso ha mobilitato 2.500 miliardi di franchi Cfa (3,81 miliardi di euro circa) di risorse nazionali al 30 settembre 2025. Tale importo rappresenta un tasso di realizzazione del 105% rispetto alle previsioni iniziali.

Questa performance segna un aumento significativo di 388 miliardi di franchi Cfa (591 milioni di euro circa) rispetto allo stesso periodo di settembre 2024: Nacanabo ha sottolineato che questo surplus di entrate ha permesso di liberare circa 1.200 miliardi di franchi (1,83 miliardi di euro) destinati al rimborso di gran parte del debito interno dello Stato: “Nel complesso, l’economia sta andando molto meglio perché entro la fine di dicembre 2025 prevediamo un tasso di crescita del 6,28%” ha detto il ministro burkinabé, mostrando ottimismo sulle prospettive economiche del Paese per la fine dell’anno.

Tuttavia, l’insicurezza e il terrorismo gravano molto sul bilancio statale e stanno avendo un impatto pesante anche su interi settori dell’economia, in particolare l’agricoltura: la produzione nazionale di cotone è calata del 26% durante la stagione 2024-2025, attestandosi a circa 286.000 tonnellate, un danno al quale si somma lo stanziamento di 5 miliardi di franchi Cfa da parte del governo per sostenere il settore, fondi decretati un anno fa con l’obiettivo di aumentare la produzione del 50%. Secondo il ministero del Commercio, il cotone, “l’oro bianco”, rappresenta il 4% del Pil e circa il 14% dei proventi delle esportazioni, il che lo rende il secondo prodotto di esportazione dopo l’oro, e fornisce sostentamento a 4 milioni di burkinabé. Tuttavia, “in quattro anni, più di 32.000 piantagioni di cotone sono andate perse nella regione a causa dell’insicurezza” ha detto a Jeune Afrique Laurent Kadima, un produttore dell’est del Paese.

Secondo le Nazioni unite, a dicembre 2023 il Paese contava oltre 2 milioni di sfollati interni, pari a un burkinabé su dieci. E la tendenza è in accelerazione. Solo nei primi sei mesi del 2025, oltre 230.000 persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case a causa della violenza. Circa 70.000 persone avevano cercato rifugio in Costa d’Avorio lo scorso marzo. Da allora, il numero è già raddoppiato.

Tuttavia, l’economia burkinabé sta reggendo a queste crisi stratificate e a una situazione generale della sicurezza che sembra aggravarsi di settimana in settimana: il governo prevede una crescita del Pil di oltre 6 punti percentuali, dato rivisto al ribasso dagli esperti (il capo missione del Fondo monetario internazionale Jaroslaw Wieczorek parlava del 5%, comunque un dato di tutto rispetto) e il debito pubblico si attesta intorno al 59% del Pil, ben al di sotto dello standard regionale del 70%. Gli indicatori macroeconomici del Burkina Faso sono quindi piuttosto favorevoli.

Questa crescita sarà trainata dall’oro, grazie all’impennata dei prezzi internazionali del metallo giallo, mai così alti come nel 2025, e l’Fmi, al termine della sua visita nel Paese a novembre, ha detto che “le forti esportazioni di oro dovrebbero tradursi in un leggero surplus delle partite correnti nel 2025 e nel breve termine”. Lo scorso anno, il settore aurifero del Burkina Faso ha prodotto oltre 60 tonnellate di oro, circa il 20% del gettito fiscale e oltre l’80% dei proventi delle esportazioni: 548 miliardi di franchi Cfa (circa 840 milioni di euro) incassati dallo Stato burkinabé nel 2024. Nel corso degli ultimi anni, il Burkina Faso ha nazionalizzato due delle miniere d’oro più importanti del Paese anche se, ancora oggi, la maggioranza dell’oro estratto in Burkina Faso resta sotto il controllo delle multinazionali occidentali, alle quali è stato chiesto di applicare le nuove quote di ripartizione degli utili previste dal Codice minerario adottato dalla giunta militare a luglio 2024, che consente allo Stato di ricevere gratuitamente fino al 15% delle azioni dei nuovi progetti minerari, rispetto al precedente 10%, e glli permette di “sottoscrivere, a pagamento, fino al 30%, per sé e/o per il settore privato nazionale, una quota aggiuntiva nel capitale delle società minerarie”.

Tuttavia, i dati macroeconomici non sono tutto e bisogna guardare “a terra”: le molte aziende che dipendono dagli appalti pubblici, che solo pochi anni fa ammontavano a circa 500 miliardi, faticano ad andare avanti per effetto dei ritardi nei pagamenti, che mette a dura prova la liquidità aziendale e la possibilità di continuare ad operare. Gli appalti pubblici, ancora oggi, sono il motore che sostiene l’economia reale. Ad esempio, il settore alberghiero burkinabé oggi dipende fortemente dalla conferenze e dai workshop organizzati negli hotel da ministeri ed enti pubblici.

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