di: Michele Vollaro | 26 Novembre 2025
Un nuovo strumento finanziario per sbloccare i grandi progetti energetici senza gravare sul debito pubblico: è la soluzione presentata oggi a Rabat dalla Banca di sviluppo dell’Africa australe (Dbsa) durante l’Africa Investment Forum (Aif) promosso dalla Banca africana di sviluppo (AfDB) in corso a Rabat in Marocco. “I nostri governi hanno bilanci ingessati e non possono emettere ulteriori garanzie pubbliche, per questo serviva una soluzione di ingegneria finanziaria”, ha spiegato il direttore esecutivo per le transazioni della banca sudafricana Mpho Mokwele illustrando il funzionamento del nuovo “Credit Guarantee Vehicle”.
Il veicolo partirà con una dotazione iniziale di 500 milioni di dollari e una struttura innovativa di ripartizione del rischio: il governo sudafricano e la Dbsa metteranno solo il 30% del capitale, ovvero la quota più rischiosa destinata a coprire le prime perdite, mentre il restante 70% sarà coperto da investitori privati e altre banche multilaterali.
Secondo Mokwele, tale meccanismo permetterà di aggirare i vincoli fiscali che stanno bloccando molti Paesi africani e di sbloccare miliardi di dollari in prestiti commerciali per le infrastrutture, in particolare quelle legate alla trasmissione di energia elettrica, replicando un modello che potrà essere esportato in altri mercati del continente.
Mokwele ha inoltre precisato che il raggio d’azione della Dbsa supera ormai i confini regionali, coprendo tutta l’Africa subsahariana. A riprova di ciò, ha fornito i dati sull’attività del fondo di finanza mista da 1 miliardo di dollari per la generazione distribuita (Embedded generation investment programme), realizzato in partnership con il Green climate fund e la banca tedesca KfW: “Ad oggi abbiamo investito in progetti rinnovabili per 1.400 Megawatt di capacità e puntiamo ad aggiungerne altri 4.000 nei prossimi due o tre anni”, ha annunciato Mokwele.
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