di: Redazione | 26 Aprile 2023
Dei 38 Paesi coperti dal Joint low income country debt sustainability framework (Lic Dsf) del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca mondiale, 8 Paesi africani sono già in difficoltà debitoria e altri 13 sono in difficoltà debitoria per sovraindebitamento. Lo si apprende da un rapporto pubblicato la scorsa settimana dalla Conferenza delle Nazioni unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad).
Intitolato “Trade and development report update”, il testo si basa su un’analisi della sostenibilità del debito dei paesi a basso reddito al 28 febbraio 2023. Gli 8 Paesi in difficoltà debitoria sono Repubblica del Congo, Malawi, Mozambico, Sao Tomé e Principe, Somalia, Sudan, Zambia e Zimbabwe mentre i 13 Paesi ad alto rischio di sovraindebitamento sono Burundi, Camerun, Repubblica centrafricana, Ciad, Comore, Gibuti, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea-Bissau, Kenya, Sierra Leone e Sud Sudan.
Il rapporto sottolinea inoltre che molti Paesi africani si stanno attualmente avvicinando a importanti e rischiose scadenze: la maggior parte degli eurobond emessi nel decennio precedente scadrà nei prossimi anni e i rimborsi dovrebbero raggiungere il picco nel 2024 e rimanere elevati per il prossimo decennio, in un momento in cui la maggior parte dei Paesi del continente non è in grado di attingere ai mercati internazionali per rifinanziare i propri debiti.
L’Unctad stima inoltre che l’Africa dovrebbe registrare una crescita media del 2,5% nel 2023, un tasso in calo rispetto a quello del 2022 e che rimane insufficiente per ridurre i livelli di povertà. Questo previsto rallentamento della crescita economica deriverà principalmente da una domanda esterna più debole e da condizioni finanziarie più rigide. [Da Redazione InfoAfrica]
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