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Africa: progressi nella parità di genere tra eccellenze e criticità persistenti

di: Tommaso Meo | 19 Settembre 2025

Secondo l’ultimo rapporto sul gap di genere del World Economic Forum (Global Gender Gap Report 2025) i progressi dell’Africa verso la parità di genere campo sono molto promettenti, seppure non uniformi. L’Africa subsahariana si colloca al sesto posto a livello globale nelle classifiche sulla parità di genere, con un punteggio del 68,0% che evidenzia sia progressi significativi che sfide ancora aperte.

La regione presenta un panorama estremamente eterogeneo: mentre alcuni Paesi emergono come leader mondiali, altri restano agli ultimi posti delle classifiche internazionali. La Namibia guida il continente con una parità di genere dell’81,1%, posizionandosi all’ottavo posto mondiale. All’estremo opposto, il Sudan registra uno dei peggiori risultati globali con il 57,0%, caratterizzato da una rappresentanza politica femminile minima e una partecipazione alla forza lavoro tra le più basse al mondo.

 

Partecipazione economica tra luci e ombre

Nel settore della partecipazione economica e delle opportunità, l’Africa subsahariana occupa il quinto posto globale con una media regionale del 67,5%, registrando un miglioramento di 4,8 punti percentuali rispetto al 2006. Tuttavia, le disparità tra paesi rimangono marcate.

Il Botswana eccelle con l’87,3%, conquistando il primo posto mondiale in questa categoria. Seguono la Liberia (86,5% – secondo posto globale), l’Eswatini (85,6% – terzo posto) e Zambia e Nigeria (76,2% – ventiquattresimo posto). Il Sudafrica, nonostante la sua economia sviluppata, si ferma al novantottesimo posto.

Al contrario, Sudan (31,3%) ed Egitto (40,6%) figurano tra gli ultimi cinque paesi al mondo, con rapporti di reddito da lavoro estremamente bassi e una rappresentanza femminile quasi inesistente nei ruoli di leadership.

Istruzione: un settore in forte crescita

L’ambito dell’istruzione mostra i progressi più incoraggianti. L’Africa subsahariana si posiziona all’ottavo posto globale con un punteggio dell’85,6%, in crescita di 5,2 punti percentuali dal 2006. Questo miglioramento deriva principalmente dalla maggiore parità di iscrizione a tutti i livelli educativi, con le donne che ora superano gli uomini nei tassi di iscrizione all’istruzione terziaria, seguendo il trend globale.

Botswana, Lesotho e Namibia sono tra i 41 paesi al mondo che hanno raggiunto la piena parità nel livello di istruzione, dimostrando come investimenti mirati possano produrre risultati concreti.

Salute e rappresentanza politica 

Nel sottoindice salute e sopravvivenza, l’Africa può vantare sei Paesi tra i leader mondiali: Capo Verde, Eswatini, Lesotho, Mauritius, Namibia e Uganda condividono la prima posizione globale con un punteggio di parità del 98%. Tuttavia, Liberia (95,5%) e Algeria (95,4%) restano tra gli ultimi dieci paesi worldwide per questo indicatore.

L’empowerment politico rappresenta un’area di particolare eccellenza per alcuni paesi africani. L’Africa subsahariana si colloca al quinto posto globale con un punteggio del 22,2%, guidata dall’Etiopia che occupa il dodicesimo posto mondiale (48,9%).

Il Ruanda emerge come caso di studio internazionale, rimanendo l’unica economia africana ad aver raggiunto la piena parità di genere in parlamento, con le donne che detengono il 50% o più dei seggi legislativi. Sudafrica ed Etiopia hanno conseguito la parità di genere nei loro gabinetti ministeriali. Complessivamente, le donne africane ora occupano il 40,2% delle cariche ministeriali e il 37,7% dei seggi parlamentari.

Progressi e battute d’arresto

L’analisi delle tendenze recenti sulla parità di genere rivela un quadro dinamico. Il Benin ha registrato il miglioramento più significativo del continente, guadagnando 4,6 punti percentuali e scalando 21 posizioni fino al centotreesimo posto. Anche lo Zambia ha compiuto notevoli progressi, balzando di 13 posizioni al settantanovesimo posto.

Tuttavia, non tutte le tendenze sono positive. Togo e Sierra Leone hanno registrato cali rispettivamente di 5,3 e 3,1 punti percentuali nella parità di genere, posizionandosi al centoventisunesimo e centododicesimo posto. Il Mozambico è sceso di 26 posizioni al cinquantatreesimo posto, mentre il Kenya ha perso 23 posizioni attestandosi al novantottesimo.

Dall’innovazione alle politiche mirate

I risultati eccellenti di alcuni Paesi africani dimostrano l’efficacia di politiche mirate e azioni concrete per la parità di genere. La Namibia e il Ruanda sono emersi come leader mondiali garantendo alle donne non solo rappresentanza simbolica, ma reale potere decisionale. Paesi come Capo Verde e Sudafrica consolidano questa tendenza attraverso garanzie costituzionali, tutele legali e sistemi educativi inclusivi.

L’innovazione finanziaria ha giocato un ruolo cruciale: le piattaforme di mobile money in Africa orientale e meridionale hanno dato a milioni di donne accesso indipendente ai servizi finanziari, aggirando le tradizionali barriere bancarie. Inoltre, il bilancio sensibile al genere, introdotto in Paesi come Tanzania e Namibia, destina risorse statali specifiche all’istruzione, sanità e imprenditoria femminile.

Da parte loro, le organizzazioni della società civile, spesso guidate da donne, hanno promosso riforme sui diritti di proprietà, tutele lavorative e rappresentanza, integrando la parità di genere sia nella legislazione che nella cultura sociale.

Parità di genere come motore di sviluppo

La parità di genere in Africa non rappresenta però solo una questione di equità, ma un fattore determinante per lo sviluppo nazionale. Gli studi collegano infatti la partecipazione femminile alla governance e all’economia a una maggiore crescita del Pil.

Tra questi, un report dello scorso anno della Mastercard Foundation in collaborazione con McKinsey evidenzia che aumentando la partecipazione economica delle giovani donne, l’Africa potrebbe aggiungere circa 287 miliardi di dollari al Pil del continente entro il 2030. Il Fondo monetario internazionale stima che aumentando il tasso di partecipazione femminile nel lavoro, anche solo del 5-6 punti, molti Paesi africani potrebbero aumentare il proprio Pil complessivo dell’8-10% nei prossimi anni.

Una più capillare presenza femminile nel mondo del lavoro, nelle istituzioni e nella società civile, si traduce anche in una maggiore resilienza comunitaria e nella risoluzione più efficace dei conflitti. In paesi come Liberia e Burundi, per esempio, le donne hanno assunto ruoli di primo piano nella costruzione della pace e nella ricostruzione post-conflitto, dimostrando come l’empowerment femminile rafforzi non solo gli individui, ma l’intera società. Casi come questi – insieme a molti altri – evidenziano il potenziale della parità di genere come catalizzatore di sviluppo sostenibile e stabilità sociale.

© Riproduzione riservata

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