di: Valentina Milani | 27 Settembre 2024
E’ ora disponibile l’atlante continentale della distribuzione delle mosche tse-tse in Africa, “uno strumento fondamentale per combattere una malattia parassitaria spesso letale per il bestiame che causa perdite economiche per miliardi di dollari agli allevatori dell’Africa sub-sahariana”, si legge in una nota dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao).
Le mosche tse-tse (genere Glossina) sono insetti succhiatori di sangue che fungono da incubatori e portatori di tripanosomi, parassiti unicellulari responsabili di malattie debilitanti e spesso mortali. Nell’uomo, questa malattia è nota anche come “malattia del sonno” e provoca una malattia che colpisce il sistema nervoso e manifesta sintomi quali affaticamento, forti mal di testa e coma. Se non viene diagnosticata e trattata adeguatamente, la malattia porta quasi invariabilmente alla morte.
Sebbene la malattia del sonno non sia più considerata un problema di salute pubblica, con meno di 2.000 casi segnalati ogni anno nell’uomo, la malattia colpisce ancora gravemente il bestiame in Africa. La tripanosomosi animale, nota come “nagana” nei bovini, ostacola la produzione di latte e carne e la capacità di lavoro degli animali. Questo porta all’insicurezza alimentare e alla diminuzione del reddito per milioni di agricoltori africani che dipendono dal bestiame.
“Gli sforzi per controllare ed eliminare la tripanosomosi animale richiedono decisioni basate su prove solide. Tuttavia, le ultime mappe continentali della distribuzione delle tse-tse in Africa sono state sviluppate più di mezzo secolo fa e non è stata generata alcuna mappa della presenza della tripanosomosi animale in tutta l’Africa”, viene precisato nel documento.
L’atlante della Fao, che ha richiesto anni di lavoro, è il primo passo significativo per colmare queste lacune di dati.
I dati sulla distribuzione delle tse-tse si basano su 669 articoli scientifici che coprono 31 anni (dal 1990 al 2020). L’atlante combina dati di geolocalizzazione come Google Earth con il lavoro entomologico sul campo, comprese le trappole fisse e i giri di mosche con dispositivi mobili.
In totale, sono stati analizzati 7.386 siti in tutta l’Africa, producendo le mappe più complete fino ad oggi della distribuzione della mosca tse-tse nel continente.
Sulla base dei dati raccolti, la presenza della specie Glossina è stata confermata in 34 Paesi, da una latitudine massima di circa 15° nord in Senegal (Regione di Niayes) a una minima di 28,5° sud in Sudafrica (Provincia di KwaZulu-Natal). Non è stato possibile trovare dati pubblicati sulle mosche tse-tse per cinque Paesi dell’Africa subsahariana che sono noti o considerati colpiti: Burundi, Guinea-Bissau, Liberia, Sierra Leone e Somalia. Inoltre, sono state trovate informazioni relativamente limitate per diversi Paesi, in particolare Angola, Congo, Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan. L’atlante non ha preso in considerazione i Paesi dell’Africa settentrionale che sono stati storicamente liberi dalla mosca tse-tse.
Nel complesso, sono stati disponibili dati relativamente abbondanti per le specie di primaria importanza veterinaria e di salute pubblica, soprattutto per i gruppi fluviale (palpalis) e della savana (morsitans), mentre sono state trovate informazioni più limitate per le specie del gruppo forestale (fusca).
Con i dati disponibili, la Fao ha sviluppato mappe continentali e nazionali per 26 delle 31 specie e sottospecie riconosciute di mosche tse-tse. Le specie con la più ampia distribuzione geografica sembrano essere Glossina palpalis e Glossina tachinoides in Africa occidentale, Glossina fuscipes in Africa centrale e Glossina morsitans e Glossina pallidipes in Africa orientale.
“Questo tipo di dati sarà fondamentale per gli operatori sul campo e per i responsabili politici dei Paesi colpiti, nonché per i ricercatori scientifici e le organizzazioni internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), con cui la Fao sta lavorando a stretto contatto nella lotta contro la malattia del sonno”, si legge nella nota.
L’atlante fornisce anche una traccia per lo sviluppo di sistemi informativi nazionali. Le autorità veterinarie di Burkina Faso, Etiopia, Ghana, Kenya, Mali, Sudan e Zimbabwe hanno infatti già adottato l’approccio metodologico della Fao.
“Speriamo che questi strumenti aiutino a rinvigorire le iniziative volte a rimuovere questo importante ostacolo allo sviluppo sostenibile in Africa, contribuendo così alla visione di un mondo sano, libero dalla povertà e dalla fame”, ha scritto Thanawat Tiensin, Direttore della Divisione Produzione e Salute Animale della Fao, nell’introduzione dell’atlante.
L’atlante è stato sviluppato dalla Fao nell’ambito del Programma contro la tripanosomosi africana (Paat), con il sostegno finanziario della Fao, del Governo italiano, dell’Unione Europea e dell’Oms.
Sono previsti aggiornamenti dell’atlante e una nuova pubblicazione per colmare la seconda significativa lacuna di dati: le mappe continentali delle tripanosomosi animali.
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