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Afta epizootica, un grave problema per l’allevamento

di: Andrea Spinelli Barrile | 27 Novembre 2025

L’afta epizootica resta una delle minacce più persistenti per il bestiame, la sicurezza alimentare e il commercio nell’Africa orientale. È quanto contenuto in una dichiarazione rilasciata ieri dall’Ufficio interafricano per le risorse animali dell’Unione africana (Au-Ibar): sebbene sia regolarmente classificata tra le tre principali malattie prioritarie nell’Africa orientale dai governi e dagli allevatori, la regione continua a subire epidemie significative di afta epizootica, con perdite economiche sostanziali e un accesso limitato al mercato a causa di misure di controllo non sufficientemente coordinate.

La notevole mobilità delle mandrie pastorali, i confini porosi e le limitate capacità di sorveglianza e di laboratorio complicano ulteriormente gli sforzi di contenimento.

Senza un approccio regionale armonizzato, spiega nella dichiarazione Au-Ibar, le iniziative nazionali da sole non possono gestire efficacemente la natura transfrontaliera dell’afta epizootica né attenuarne gli effetti a cascata sui mezzi di sussistenza, sull’alimentazione e sulle economie nazionali. È in questo contesto che attori regionali e internazionali si sono incontrati lunedì 24 novembre a Nairobi, in Kenya, per partecipare ad un workshop di consultazione e convalida nell’ambito del Quadro strategico per la lotta contro l’afta epizootica in Africa orientale 2026-2035. Questo incontro di due giorni ha riunito rappresentanti di Au-Ibar, Igad, Eac, Fao e Oms l’Africa orientale, Unep, Galvmed, funzionari veterinari nazionali, esperti di afta epizootica, autorità per la fauna selvatica ed esperti tecnici dei Paesi che partecipano alla Roadmap per l’afta epizootica in Africa orientale.

Huyam Salih, direttore dell’Au-Ibar, ha sottolineato l’entità della sfida: l’allevamento è essenziale per la sicurezza alimentare e nutrizionale e sostiene centinaia di milioni di persone. Eppure, le malattie animali transfrontaliere, come appunto l’afta epizootica, privano l’Africa subsahariana di miliardi di dollari ogni anno. In tal senso, nessun Paese può gestire autonomamente la febbre aftosa, ragion per cui Salih ha proposto un coordinamento regionale più stretto, un’armonizzazione e un’azione congiunta per colmare le lacune nella sorveglianza, rafforzare la diagnosi precoce e garantire una risposta rapida. Il nuovo Quadro strategico fornisce un meccanismo essenziale per allineare le priorità nazionali agli obiettivi regionali, attuare protocolli comuni e mobilitare le capacità collettive ed affronta inoltre direttamente gli impegni assunti nell’ambito dell’Agenda 2063, del Caadp (2026-2035), del Lidesa e della Strategia per la salute animale in Africa.

Il Quadro strategico 2026-2035 è stato elaborato a seguito di ampie consultazioni, comprendendo tra le altre cose il contributo della riunione sulla roadmap per l’afta epizootica in Africa orientale tenutasi a Dar es Salaam nel 2024. In quell’occasione, si evidenziarono debolezze quali l’insufficiente copertura vaccinale, la limitata capacità di laboratorio per la sierotipizzazione e la concordanza vaccinale, il frammentato controllo degli spostamenti e l’inadeguato impegno politico e finanziamenti per una lotta sostenibile contro l’afta epizootica. Sfide che, unite alle dinamiche ecologiche e socioeconomiche della regione, hanno influenzato la struttura del Quadro, la cui strategia si basa su conoscenza ed evidenze e prevede la creazione di piattaforme regionali per la condivisione delle informazioni, la conduzione di ricerche e il miglioramento degli strumenti di valutazione del rischio, analisi economica e comprensione epidemiologica.

La seconda strategia riguarda il rafforzamento delle capacità. Consiste nell’offrire una formazione adattata alle realtà regionali e nell’acquisire attrezzature essenziali per la sorveglianza, la vaccinazione, la diagnosi, la gestione dei programmi e i modelli di partenariato pubblico-privato.

La terza strategia si concentra sul coordinamento e sulla cooperazione: armonizzazione dei protocolli regionali, rafforzamento dei sistemi di allerta precoce, miglioramento della capacità di risposta e facilitazione dell’accesso a vaccini a prezzi accessibili attraverso acquisti di gruppo e rafforzamento delle reti di laboratorio.

Salih ha ribadito l’impegno dell’Au-Ibar a supportare gli Stati membri e le comunità economiche regionali nell’attuazione pratica del Quadro: l’Africa orientale sta compiendo un passo decisivo verso un approccio più strutturato, collaborativo e basato sull’evidenza scientifica per combattere l’afta epizootica. La regione sta ora lavorando allo sviluppo del piano di attuazione, alla mobilitazione delle risorse e all’istituzione di meccanismi di governance per guidare la strategia tra il 2026 e il 2035. Affrontando l’afta epizootica attraverso un’azione regionale concertata, l’Africa orientale sta rafforzando le sue prospettive di miglioramento della produttività del bestiame, aumento della sicurezza alimentare e nutrizionale, mezzi di sussistenza resilienti e maggiori opportunità commerciali interne ed esterne.

© Riproduzione riservata

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