di: Andrea Spinelli Barrile | 27 Dicembre 2024
Alla Borsa di Wall street, a New York, i futures del cacao hanno toccato il livello più alto mai registrato, con 12.646 dollari la tonnellata nella giornata del 19 dicembre: questo nuovo record cancella quello precedente, di 12.220 dollari, che era stato raggiunto il 15 aprile e arriva dopo diverse settimane di rialzo dei prezzi dei futures del cacao. Analogamente, anche i futures del caffè Arabica sono aumentati del 72%, a causa delle preoccupazioni in corso per l’offerta globale, raggiungendo nuovi massimi storici.
In totale, quest’anno i prezzi del cacao saranno aumentati di oltre il 180%: in confronto, nell’intero 2023 i prezzi sono aumentati appena del 61% su base annua, chiudendo il 2023 a 4.196 dollari per tonnellata.
Per un neofita questa potrebbe essere una buona notizia: significa più introiti per i produttori, più soldi nella filiera, ma non è così. E, anzi, il mercato del cacao è in questo momento in una bolla che si sta gonfiando sempre di più e che, a breve, potrebbe esplodere con effetti drammatici lungo tutta la filiera del cacao, effetti che potrebbero essere particolarmente marcati alla radice, ai produttori. Nell’ultimo anno, i futures sono quasi raddoppiati di valore ma la ragione sono le malattie delle colture e la crisi climatica. Secondo Goldman sachs, i futures del cacao potrebbero presto superare quota 13.000 dollari/tonnellata. A differenza della stagione 2023/2024, dove l’impatto del fenomeno climatico di El Niño (il ciclo naturale di riscaldamento delle acque del Pacifico che aumenta le temperature) si è fatto sentire molto sulla qualità e la quantità di raccolto, l’impennata dei prezzi in questo primo trimestre della campagna 2024/2025 è legata innanzitutto al susseguirsi di condizioni meteorologiche sfavorevoli.
Da più di un mese ormai diverse regioni di produzione del cacao della Costa d’Avorio sono prive di pioggia, una siccità che si somma all’arrivo dell’harmattan, il vento del deserto che arriva dal Sahel e che sta già causando forti preoccupazioni sull’entità del raccolto di cacao ivoriano durante la seconda parte della campagna principale 2024/2025, che si svolgerà tra gennaio e marzo. “Non piove e se l’Harmattan rimane forte, la resa degli alberi sarà bassa da febbraio in poi” ha detto alla Reuters Albert N’Zue, un coltivatore che vive vicino a Daloa, dove la scorsa settimana non è caduta pioggia. Gli agricoltori hanno anche detto che gli acquirenti sono alla ricerca di più fagioli per onorare i contratti prima della fine dell’anno, per cui si sono offerti di pagare un prezzo superiore rispetto ai soliti 1.800 franchi Cfa (2,88 dollari) al chilogrammo.
Secondo le stime diffuse da Bloomberg, l’offerta del principale produttore mondiale di cacao dovrebbe raggiungere 1,9 milioni di tonnellate entro la fine dell’anno, in calo rispetto alle previsioni iniziali di 2,1-2,2 milioni di tonnellate che erano state diffuse all’inizio della stagione, in ottobre. Allo stesso tempo, anche l’industria del cacao del Ghana prevede una produzione di 650.000 tonnellate rispetto alle 700.000 tonnellate stimate in precedenza, comunque in crescita rispetto all’anno scorso quando il raccolto fu di 480.000 tonnellate. Nonostante le circostanze difficili, il settore del cacao ghanese rimane un attore globale significativo: secondo i dati della piattaforma IndexBox, le esportazioni di fave di cacao del Ghana sono state valutate a 1,1 miliardi di dollari nel 2023.
Se in entrambi i casi le produzioni riviste al ribasso rappresentano comunque un miglioramento rispetto ai livelli deludenti dello scorso anno, aggiungono tuttavia incertezza al mercato che non si è ancora ripreso dalla campagna 2023/2024: i primi cinque paesi importatori di fave di cacao ghanesi sono i Paesi Bassi (217,1 milioni di dollari), gli Stati Uniti (119,2 milioni di dollari), la Malesia (114,6 milioni di dollari), il Belgio (107,3 milioni di dollari) e il Giappone (70,2 milioni di dollari). La scorsa stagione, l’industria globale del cacao ha registrato il suo terzo deficit annuale consecutivo con, secondo l’Organizzazione Internazionale del Cacao (Icco), un divario di 462.000 tonnellate, il più grande degli ultimi 60 anni.
© Riproduzione riservata