spot_img
0,00 EUR

Nessun prodotto nel carrello.

Africa Champion Program: raddoppiano le aziende italiane interessate al continente

di: Tommaso Meo | 19 Novembre 2025

L’interesse delle aziende italiane verso l’Africa è in forte crescita, come conferma la seconda edizione dell’Africa Champion Program, che ha raddoppiato le adesioni rispetto allo scorso anno e raccolto la partecipazione di centinaia di imprese. Lo ha dichiarato ieri Michele Pignotti, nuovo amministratore delegato (Ad) di Sace, durante l’evento a Roma di presentazione dell’iniziativa, che combina formazione specialistica e opportunità di business nei Paesi prioritari del Piano Mattei. Opportunità che non faranno che aumentare, trainate dal trend demografico e di sviluppo del continente africano, nelle parole dell’Ad di Sace: “La crescita della popolazione africana genererà una grande domanda di infrastrutture di base e tecnologiche, mentre un nuovo ceto medio cercherà sempre più beni di consumo di fascia medio-alta, il punto di forza del Made in Italy”. Per sfruttare questo potenziale è però necessario essere pronti ora.

Formazione e business matching

A tradurre in pratica questa visione è proprio l’Africa Champion Program in partenza nei primi mesi del 2026. “Non è solo un percorso formativo – ha spiegato Pignotti – ma uno strumento che offre alle imprese competenze e opportunità concrete per crescere in questi mercati”. La nuova edizione del percorso – completamente gratuito e frequentabile anche da remoto – si articola in due fasi: 20 ore di formazione su otto Paesi chiave del Piano Mattei (Tanzania, Senegal, Etiopia, Ghana, Angola, Algeria, Marocco e Kenya) e sui tre settori strategici per l’Italia – agricoltura, energia e infrastrutture – seguite da una fase di business matching per creare opportunità commerciali tra imprese italiane e partner africani. Il programma introduce inoltre due moduli aggiuntivi: uno sulle collaborazioni multilaterali con imprese, istituzioni e organismi internazionali, e uno dedicato alle materie prime critiche e al ruolo dell’Africa nello sviluppo delle infrastrutture digitali.

Un approccio integrato

La forza del progetto, definito dall’Ad di Sace un “unicum” per la pluralità di soluzioni proposte, risiede nel suo “approccio integrato”, che vede le istituzioni italiane muoversi in modo coordinato per facilitare la presenza delle aziende italiane nel continente. Il Sistema Paese, è stato ricordato durante l’incontro, anche tramite Africa Champion Program, punta a confermarsi un punto di riferimento strategico per il settore privato in Africa, valorizzando il contributo di ogni attore istituzionale con una visione integrata e sistemica. Oltre a Sace, sono nove in totale i partner italiani che partecipano al progetto: a partire dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), passando per il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e il Ministero dell’Industria e del Made in Italy (Mimit), e finendo con Agenzia Ice, Cassa Depositi e Prestiti, Simest, Confindustria Assafrica & Mediterraneo e Assocamerestero.

I numeri del Piano Mattei: 3 miliardi di garanzie da Sace

Da parte sua Sace, dall’avvio del Piano Mattei voluto dal governo italiano nel 2024, ha rilasciato oltre 3 miliardi di euro di garanzie, facilitando la realizzazione di circa 18 miliardi di euro di investimenti e progetti nel continente. In questo contesto di forte dinamismo verso l’Africa, lo scorso anno le esportazioni italiane nel continente hanno raggiunto circa 20 miliardi di euro, di cui 13,7 miliardi dirette ai Paesi del Piano Mattei, confermando la forte rilevanza strategica. I mercati più importanti restano quelli del Nord Africa – Tunisia, Algeria, Egitto e Marocco – ognuno con circa 3 miliardi di export, ma si registra una crescita dell’attività italiana nell’Africa subsahariana, soprattutto in Angola e nei Paesi francofoni come Costa d’Avorio e Senegal. Insieme alle esportazioni in crescita in doppia cifra in alcuni mercati chiave, aumenta anche la domanda di garanzie, come sottolineato da Pignotti, citando la recente firma a tutela di un investimento in Angola.

La “diplomazia ibrida” tra istituzioni, imprese e associazioni

Nonostante la strada ancora da percorrere, questi risultati incoraggianti testimoniano la bontà dell’approccio di squadra adottato finora, secondo gli interventi dei diversi relatori. Lorenzo Ortona, coordinatore vicario della Struttura di Missione per il Piano Mattei, ha spiegato come il 2025 sia stato l’anno in cui il Piano Mattei è entrato nella sua piena operatività e agisce ora “in una piattaforma unitaria” coordinando una “visione strategica” in modo “innovativo” e forte di tante partnership e competenze diverse. Un concetto sposato anche da Fabrizio Lobasso (vice direttore generale della Direzione generale per la promozione del sistema Paese del Maeci), che ha chiamato questo approccio “diplomazia ibrida”, perché racchiude istituzioni, imprese e associazioni insieme, paragonandola a “una melodia polifonica” fatta da tanti interpreti.

Progetti italiani di intelligenza artificiale

Valeria Vinci, in rappresentanza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy – che in Africa è al lavoro con l’AI Hub – ci ha invece tenuto a ribadire che il Piano non rappresenta solo “un sostegno finanziario” ma funge anche da “supporto operativo e strumento concreto di crescita”. Esempi concreti di questa collaborazione sono già visibili sul campo: l’intelligenza artificiale è il core business di Almawave, azienda italiana che può vantare recenti successi nel continente africano, come il memorandum of understanding siglato con la Tanzania per lo sviluppo di un modello in lingua locale. Per forgiare partnership di questo tipo, oltre alla formazione, è fondamentale l’incontro, come ha evidenziato Alessandro Cugno, dirigente dell’Ufficio formazione alle Imprese dell’Agenzia Ice, ormai presente in 26 Paesi africani su 54.

Da Cdp a Simest, sostegno alle filiere

Sul fronte degli strumenti finanziari, il supporto al Sistema Paese si articola su più livelli. Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), come ha dichiarato Laurent Franciosi, responsabile dello Sviluppo dei mercati internazionali per Cdp, sostiene non solo le imprese italiane che vogliono investire in Africa attraverso diversi strumenti, ma si occupa di creare un ecosistema solido attorno ai progetti, anche facilitando l’accesso al credito per imprese locali. Sulla stessa linea, Marco Cantalamessa, direttore per la Strategia e l’Innovazione sostenibile di Simest, ha sottolineato l’importanza delle sinergie per non lasciare sole le imprese. Cantalamessa ha quindi fatto sapere che Simest sta lavorando per offrire agevolazioni sul modello del Plafond Africa anche alle imprese italiane non esportatrici che però fanno parte di “filiere di impatto”. Patrizia Mauro, direttrice generale di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, ha ricordato in chiusura lo spirito del Piano Mattei, come di Africa Champion Program: “Creare partenariati vincenti per entrambe le parti”. In questo senso, ha detto, “la formazione è un asset strategico”.

© Riproduzione riservata

Articoli correlati

Innovaton Week Bari

spot_img

I Podcast

spot_img

Rubriche