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Africa: Afc presenta il rapporto 2025 sullo stato delle infrastrutture

di: Michele Vollaro | 5 Giugno 2025

L’Africa Finance Corporation (Afc), un’istituzione finanziaria multilaterale per lo sviluppo fondata nel 2007 da diversi Paesi dell’Africa, sta presentando stamattina in un webinar il suo Rapporto 2025 sullo Stato delle Infrastrutture in Africa, che propone un’analisi dettagliata e innovativa sui capitali domestici disponibili per lo sviluppo infrastrutturale, le sfide energetiche e le opportunità logistiche continentali.

Durante il webinar di presentazione l’economista capo di Afc, Rita Babihuga-Nsanze, ha illustrato i principali risultati del rapporto, che rappresenta “l’indagine più esaustiva e bottom-up mai realizzata” sul capitale istituzionale africano, offrendo un’analisi sulla distribuzione in oltre 28 Paesi e coprendo l’80% del PIL continentale. Il rapporto ha inoltre mappato la distribuzione geografica e per classe di attività dei risparmi istituzionali, come fondi pensione, assicurazioni, fondi sovrani e banche di sviluppo pubbliche.

Babihuga-Nsanze ha sottolineato come gran parte dei risparmi delle famiglie africane rimanga nell’economia informale, stimata al 15% del PIL, con un potenziale di oltre 200 miliardi di dollari di capitali mobilizzabili tramite strategie di inclusione finanziaria mirate.

Il rapporto di Afc evidenzia un problema di allocazione del capitale: la maggior parte dei fondi pensione tende a investire in asset a basso rischio e breve termine, principalmente titoli di Stato, a scapito di investimenti a lungo termine nel settore reale. Questo modello, pur comprensibile per ragioni di prudenza, limita la capacità di finanziare la trasformazione infrastrutturale e industriale del continente. Tra le opportunità individuate, il riconoscimento delle infrastrutture come classe di investimento distinta e il rafforzamento delle capacità di gestione degli investimenti sono ritenuti cruciali per rilanciare la canalizzazione dei capitali verso progetti strategici.

Il rapporto presenta anche esempi concreti, come il caso del progetto “Into Credit” in Nigeria, che ha incrementato gli investimenti pensionistici in infrastrutture da 1,2 miliardi di naira (circa 2,7 milioni di euro) nel 2015 a oltre 242 miliardi (più di 550 milioni di euro) nel 2025, dimostrando come strumenti finanziari innovativi possano facilitare il coinvolgimento di capitali privati.

Sul fronte energetico, il rapporto adotta il benchmark del “Modern Energy Minimum Framework”, fissando a 1.000 kWh pro capite annui il livello minimo di consumo necessario per un’economia moderna, di cui solo il 30% destinato alle abitazioni e il restante 70% all’industria. La maggior parte dei Paesi africani resta tuttora lontana da questa soglia, e l’Africa ha aggiunto solo 65 gigawatt di capacità energetica nel 2024, a fronte dei 25 GW annui recentemente aggiunti dall’India.

Per affrontare questa sfida, il rapporto evidenzia la necessità di un approccio integrato, che valorizzi l’intera gamma di risorse energetiche africane – solare, eolico, geotermico, idroelettrico e gas – e favorisca l’interconnessione regionale delle reti elettriche, in linea con la visione dell’Unione Africana per un mercato elettrico continentale unico.

Per quel che riguarda, invece, il settore logistico, Afc ha lanciato una mappa digitale open-source delle ferrovie africane, disponibile sul proprio sito, che rappresenta uno strumento fondamentale per migliorare la pianificazione e l’attrattività degli investimenti. La mappa evidenzia come le infrastrutture ferroviarie restino ancora frammentate, soprattutto nell’Africa occidentale e centrale, dove si osservano sistemi storicamente orientati all’esportazione di materie prime. Al contrario, il Sudafrica presenta un sistema più integrato, anche se privo di collegamenti strategici lungo la costa atlantica.

Tra i progetti di punta, la realizzazione del Corridoio di Lobito promette di connettere per la prima volta le coste orientale e occidentale africane via ferrovia, offrendo un’alternativa alla rotta marittima attorno al Capo di Buona Speranza. In totale, sono oltre 7.000 chilometri di linee ferroviarie in fase di costruzione o pianificazione, con iniziative che mirano a consolidare i corridoi commerciali regionali in Kenya, Tanzania e altrove.

Il rapporto di Afc invita a una nuova visione infrastrutturale per l’Africa, non più solo come un gap da colmare ma come una piattaforma integrata e catalizzatrice per la trasformazione economica e l’industrializzazione continentale, ha concluso la sua presentazione Babihuga-Nsanze.

Per approfondire, cliccando qui è disponibile il rapporto.

© Riproduzione riservata

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