di: Andrea Spinelli Barrile | 31 Dicembre 2025
La ripresa dei finanziamenti della Banca mondiale, una nuova linea di finanziamento americano per il settore sanitario, le sfide legate all’uscita di Umeme dal settore energetico e l’incapacità di dare garanzie per un nuovo programma di aiuti del Fondo monetario internazionale sono quei macroelementi che hanno definito il panorama economico dell’Uganda nel 2025 e probabilmente influenzeranno la fiducia degli investitori nel 2026.
Dopo tre anni di trattative tra la Banca Mondiale e i funzionari del governo ugandese, all’inizio del 2025 l’istituto di credito globale ha firmato un nuovo pacchetto di finanziamenti da 386,3 milioni di dollari, destinato a finanziare vari progetti infrastrutturali nei settori dei trasporti, dell’istruzione, dell’energia e dell’assistenza sanitaria. Questa linea di finanziamento ha messo la parola fine alla sospensione annunciata dalla Banca nel 2023. Con finanziamenti complessivi per oltre 4,5 miliardi di dollari erogati in passato, la Banca mondiale è tra i principali finanziatori dell’Uganda e la maggior parte di questo denaro è stata investita in progetti di infrastrutture di trasporto, istruzione e assistenza sanitaria: in tal senso, il rinnovo del sostegno della Banca mondiale potrebbe sbloccare ulteriori finanziamenti per lo sviluppo da parte dei donatori europei nei prossimi mesi.
Nonostante i tagli ai finanziamenti apportati dagli Stati uniti nel programma di sostegno allo sviluppo in seguito al ritorno del presidente Donald Trump alla Casa bianca, l’Uganda (come gli altri beneficiari africani) si è sperticata in trattative bilaterali per trovare fonti alternative: questo mese di dicembre, un pacchetto di finanziamenti da 607,14 milioni di dollari, offerto da Washington al settore sanitario dell’Uganda, è stato firmato tra i due Paesi, mettendo un freno alle preoccupazioni relative alla fornitura di programmi essenziali di assistenza contro l’Hiv e di trattamento della tubercolosi.
Ma ci sono stati anche degli importanti insuccessi, destinati ad avere ripercussioni: la lunga serie di incontri tra funzionari governativi ugandesi e i tecnici del Fmi quest’anno non ha dato i suoi frutti, con i primi che sono stati riluttanti a firmare un nuovo programma di finanziamento (oltre 200 milioni di dollari) a causa delle pressioni elettorali negative, delle scarse entrate fiscali e della scarsa disciplina di bilancio. Inoltre, la scadenza della concessione ventennale per la distribuzione di energia elettrica della Umeme, avvenuta a marzo, ha causato difficoltà operative e battaglie legali, ma ha anche messo in luce lacune strutturali nascoste che interessano il sistema di distribuzione elettrica dell’Uganda.
I dati della Banca dell’Uganda mostrano che i tassi di interesse sui prestiti denominati in scellini ugandesi sono aumentati al 18,85% tra luglio e settembre 2025, rispetto al 18,12% registrato tra aprile e giugno 2025 mentre i tassi sui prestiti in valuta estera sono scesi a circa l’8,28%, rispetto all’8,45% registrato nello stesso periodo. Nel 2025, lo scellino ugandese ha guadagnato il 5,56% rispetto al dollaro statunitense.
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