di: Andrea Spinelli Barrile | 23 Dicembre 2025
Il governo del Mali ha annunciato il lancio di una campagna nazionale di vaccinazione del bestiame per il 26 dicembre che riguarderà 83 milioni di capi, tra bestiame e pollame. Lo si apprende da una nota ufficiale del governo.
Il lancio ufficiale della campagna di vaccinazione del bestiame maliano sarà al mercato del bestiame di Kati-Draal, nella regione di Koulikoro e le autorità hanno fissato l’obiettivo specifico di vaccinare 83.426.958 capi di bestiame. La campagna fa parte delle previsioni triennali del Piano armonizzato e consolidato per la campagna agricola, rivolta alle malattie animali identificate dalla Rete nazionale di sorveglianza epidemiologica.
La popolazione zootecnica del Mali è stimata in circa 13 milioni di bovini, 52 milioni di piccoli ruminanti e circa 1,4 milioni di cammelli. A questi si aggiungono cavalli, asini, maiali e decine di milioni polli, numeri che collocano il Mali tra i Paesi del Sahel con le grandi mandrie di bestiame più grandi. Il settore è caratterizzato da una significativa mobilità pastorale e da scambi commerciali regolari con i Paesi limitrofi.
Secondo i dati diffusi dal governo di Bamako, fino all’85% delle aziende agricole maliane possiede bestiame. Il settore agricolo, comprendente allevamento, colture e pesca, rappresenta circa il 36% del prodotto interno lordo e l’allevamento contribuisce a quasi il 28% del valore aggiunto agricolo, definito “un pilastro dell’economia rurale e un fattore centrale per la sicurezza alimentare”. Il bestiame è anche tra i principali prodotti di esportazione del Mali: il commercio di bovini, ovini e caprini rifornisce i mercati di tutta la subregione, in particolare dell’Africa occidentale e il Mali rappresenta circa il 43% delle esportazioni di bestiame di tutta la regione del Sahel.
La salute degli animali è quindi una questione economica regionale. Le precedenti campagne vaccinali hanno registrato livelli di copertura variabili: le valutazioni veterinarie indicano una copertura di circa il 50% per alcune malattie aviarie, tra cui la malattia di Newcastle, ma i tassi raggiungono circa il 60% per malattie bovine come la setticemia emorragica.
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