spot_img
0,00 EUR

Nessun prodotto nel carrello.

Innovation Week: il Mediterraneo si incontra a Bari per dare forma all’agricoltura del futuro

di: Tommaso Meo | 26 Novembre 2025

Le idee non germogliano mai in un ambiente isolato: servono collaborazioni tra diversi attori del sistema. È questo il messaggio che ha accompagnato la giornata di apertura della quinta edizione della Mediterranean Innovation Agrifood Week, in programma fino al 28 novembre al Ciheam di Bari. La conferenza ha messo in luce come le partnership internazionali siano cruciali per favorire uno sviluppo inclusivo e sostenibile in Africa e nel Mediterraneo, valorizzando talenti emergenti e creando un vero e proprio laboratorio di creatività locale per affrontare sfide globali.

Alla kermesse barese di quest’anno partecipano oltre 350 ospiti provenienti da 30 Paesi, tra cui rappresentanti istituzionali, ricercatori, imprenditori e oltre 60 realtà imprenditoriali emergenti. Non a caso, scambio e condivisione sono state tra le parole chiave dei relatori sul palco, come Damiano Petruzzella, manager dell’innovation hub del Ciheam, che ha ricordato l’importanza di mettere in comune le conoscenze e offrire alle nuove generazioni e alle comunità strumenti concreti per guidare il cambiamento. “Rafforzare gli ecosistemi locali significa accompagnare la crescita di competenze e relazioni che rimangono nei territori” ha spiegato, dando il via a quattro giorni di panel, masterclass, workshop e incontri tra istituzioni, centri di ricerca, organizzazioni di agricoltori, società civile e imprenditori.

I giovani al centro della trasformazione

La generazione under 30 della regione e il suo ruolo strategico sono stati al centro del discorso del direttore del Ciheam, Biagio di Terlizzi, che ha ricordato come oggi nei Paesi del Mediterraneo le persone con meno di 30 anni siano oltre 100 milioni. “La nostra responsabilità è creare azioni affinché possano trovare un proprio futuro. Ed è questo quello che vogliamo fare con questo evento: trasformare le potenzialità in opportunità concrete” ha dichiarato Di Terlizzi.

Come ha spiegato il segretario generale dell’istituto agronomico, Teodoro Miano, il Ciheam promuove attivamente competenze imprenditoriali tra le nuove generazioni e le donne, incoraggiandoli a trasformare idee in imprese agroalimentari concrete, affrontando così la disoccupazione e sostenendo la crescita economica nelle aree rurali. Gli istituti servono come collegamento cruciale tra la ricerca accademica e l’applicazione sul campo.

Il Piano Mattei e il nuovo corso della cooperazione italiana

Carlo Batori, vice direttore generale e direttore centrale per la cooperazione allo sviluppo al Ministero degli Esteri, ha sottolineato nel suo discorso proprio il ruolo del Ciheam quale “piattaforma che trasforma idee in soluzioni tangibili”. Batori ha quindi auspicato l’utilizzo di fondi pubblici per favorire la collaborazione tra i diversi attori dello sviluppo. Secondo il dirigente del Maeci, la strategia della cooperazione italiana mette al centro la crescita del capitale umano, motivo per cui l’imprenditorialità giovanile e le startup sostenute dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) sono una priorità assoluta, soprattutto per rafforzare uno sviluppo più resiliente nelle aree rurali.Da parte sua il direttore di Aics, Marco Riccardo Rusconi, ha rimarcato che le soluzioni emergono “quando gli ecosistemi si connettono, quando la conoscenza circola, quando gli attori pubblici e privati collaborano e quando le comunità si appropriano delle soluzioni”. Questa visione, ha aggiunto, è delineata anche dal Piano Mattei per l’Africa del governo italiano che negli ultimi due anni ha rafforzato le partnership multi-attore, lo sviluppo locale e un approccio più coordinato verso la trasformazione del settore agricolo.

Un passaggio chiave del suo intervento ha riguardato gli strumenti economici della cooperazione: Rusconi ha citato l’uso crescente di blended finance, la collaborazione con istituzioni finanziarie regionali – “come la Banca africana di sviluppo, che è diventata un partner importante del Piano” – e il lancio del meccanismo di debt swap annunciato dal governo Meloni, che prevede la cancellazione o conversione del debito dei Paesi africani più poveri. Il direttore ha collegato questi strumenti al nuovo corso della cooperazione italiana: dall’agricoltura digitale all’osservazione satellitare per la sicurezza alimentare fino al supporto alle imprese emergenti.

L’urgenza di questa trasformazione è stata ribadita anche da Ahmad Mukhtar, economista e funzionario della Fao, che in un messaggio alla conferenza ha sottolineato come “accelerare la diffusione di tecnologie, competenze digitali e partnership pubblico-privato sia ormai una necessità, non una scelta” per i sistemi agroalimentari della regione.

L’innovazione come resistenza: la voce della Palestina

Come hanno sottolineato diversi interventi, le nuove soluzioni non riguardano solo strumenti digitali o tecnologie avanzate, ma nascono dalle persone, dalle istituzioni locali e dalla capacità delle comunità di guidare il proprio percorso di trasformazione. A tal proposito, il ministro palestinese dell’Agricoltura, Rezq Salimia, intervenuto alla Mia Week 2025 dove sono presenti dieci startup palestinesi, ha definito l’agricoltura innovativa “una forma di resistenza” per il suo popolo.

Salimia ha ricordato come il settore in Palestina debba affrontare sia le sfide globali – dal clima alle crisi economiche – sia le restrizioni imposte dall’occupazione israeliana. Il ministro ha quindi sottolineato il valore identitario dell’agricoltura e illustrato iniziative nate dal basso, come l’uso dei rifiuti plastici per produrre energia a Gaza o l’apertura di uffici di assistenza agricola nelle aree rurali. Ha parlato anche dello sviluppo di un ecosistema imprenditoriale: oltre alle realtà vincitrici del progetto Sanet, l’Autorità nazionale palestinese sta sostenendo dieci incubatori e la creazione, con Unido, di un nuovo centro nazionale per formazione e trasferimento tecnologico dedicato all’agrifood.

Agritech, finanza e casi di successo

Nei giorni successivi, il programma prevede ulteriori sessioni dedicate a temi chiave: agritech, gestione delle risorse idriche, filiere sostenibili e strumenti finanziari per lo sviluppo, tra gli altri. In particolare gli strumenti di finanziamento saranno al centro di dibattiti per tutta la settimana, insieme alla presentazione di casi studio dal Mediterraneo e dall’Africa e alle sessioni di networking tra imprenditori, investitori e responsabili politici che puntano a tradurre idee in progetti concreti.

© Riproduzione riservata

Articoli correlati

Innovaton Week Bari

spot_img

I Podcast

spot_img

Rubriche