di: Redazione | 29 Ottobre 2025
Una piattaforma di lancio per un nuovo paradigma di partnership paritaria tra Italia e Africa, dove le soluzioni per le sfide globali nascono dall’incontro tra l’ecosistema italiano e il genio imprenditoriale africano e mediterraneo
Si terrà a Bari dal 25 al 28 novembre la Mediterranean Innovation Agrifood Week, un evento organizzato dal CIHEAM (Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei) Bari. Grazie alla partecipazione di 60 startup (provenienti da 12 Paesi) di 14 organizzazioni internazionali, più di 50 esperti e 25 BSO, incubatori & innovation hub, l’iniziativa è concepita come una piattaforma per favorire l’incontro tra ecosistemi di innovazione attivi nei settori agroalimentare, green & digital transition guardando alla sicurezza alimentare. L’obiettivo dichiarato è posizionare Bari come hub di connessione tra Europa, Mediterraneo e Africa. La partecipazione all’evento è libera e gratuita previa iscrizione.
🗓 Quando: 25–28 novembre 2025
📍 Dove: CIHEAM Bari
💡 Ingresso: libero con registrazione online
🌍 Partecipanti: 60 startup da 12 Paesi, 14 organizzazioni internazionali, 50 esperti
Un modello di cooperazione paritaria
L’approccio dell’evento intende superare i modelli assistenzialisti “calati dall’alto” per adottare una “sinergia paritaria tra ecosistemi di innovazione”. In questi quattro giorni, spiegano gli organizzatori, l’obiettivo è quello di creare un vero e proprio “mercato delle innovazioni”, un laboratorio a cielo aperto dove il futuro dell’agricoltura, della sostenibilità e della sicurezza alimentare globale venga attivamente co-progettato.
La filosofia dell’evento è sintetizzata nel motto “MEET, SHARE, EMPOWER” (Incontrare, Condividere, Potenziare), finalizzato a creare connessioni operative, condividere soluzioni e rafforzare le competenze imprenditoriali. L’iniziativa si propone inoltre come un’applicazione pratica dei principi del Piano Mattei, attraverso un approccio “bottom-up” che mira a identificare e valorizzare le imprese locali. In questo quadro, le startup, incluse quelle mediterranee e africane, partecipano come attori paritari.
“La presenza ai massimi livelli del sistema istituzionale italiano non è una mera formalità. Rappresenta il riconoscimento ufficiale che la diplomazia economica e la cooperazione allo sviluppo del XXI secolo passano attraverso la catalizzazione di ecosistemi di innovazione. L’approccio promosso a Bari è intrinsecamente bottom-up: invece di esportare soluzioni preconfezionate, si identificano, si valorizzano e si connettono le intelligenze imprenditoriali locali, fornendo loro gli strumenti per scalare e accedere a nuovi mercati. Le startup africane presenti non sono beneficiarie passive, ma protagoniste attive di un dialogo paritario, portatrici di soluzioni innovative che rispondono con precisione chirurgica alle sfide dei loro contesti” spiega Biagio Di Terlizzi, direttore del CIHEAM Bari.

Startup e Sistema Italia
L’evento vedrà la partecipazione di oltre 60 startup internazionali provenienti da 12 Paesi differenti, inclusa l’Italia. Si va, solo per citarne alcune, da soluzioni finanziarie, come Agricash dall’Egitto (che offre soluzioni Agri-Fintech “Buy Now, Pay Later” a interessi zero per i piccoli agricoltori, adattate ai principi finanziari islamici) a soluzioni tecniche come InspCorp dal Kenya (che sviluppa sistemi agri-fotovoltaici integrati per la gestione del nesso cibo-acqua-energia) o Sheghel Emeh dal Libano, che utilizza tecnologie di disidratazione per trasformare le eccedenze agricole in prodotti a lunga conservazione, riducendo gli sprechi.
Un elemento caratterizzante della settimana è la presenza di un ampio spettro di attori istituzionali e finanziari italiani. Al programma partecipano rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), di SACE e SIMEST, della Regione Puglia e di fondi di Venture Capital privati come Vertis SGR e EUREKA! Venture SGR. Questa concentrazione di attori mira a configurare l’evento come un “one-stop-shop” per facilitare le partnership Italia-Africa, riducendo i costi di transazione e accelerando i tempi di realizzazione dei progetti.
Piattaforma di matchmaking e “deal flow”
Secondo Damiano Petruzzella, responsabile Area Innovation and knowledge transfer del CIHEAM Bari, l’evento è progettato come una “piattaforma di matchmaking ad alta efficienza” per stakeholder aziendali e finanziari. Per gli investitori, che siano fondi di Venture Capital o bracci Corporate VC, l’iniziativa offre accesso a un deal flow curato di startup pre-selezionate attive in settori come l’Agri-fintech, il cleantech e la Blue Economy. Per le imprese italiane, l’evento rappresenta invece un’opportunità di open innovation per identificare tecnologie emergenti, valutare partnership e sviluppare nuove filiere produttive.
“Al di là delle implicazioni geopolitiche, la Mediterranean Innovation Agrifood Week è, nella sua essenza, un sofisticato mercato dove l’innovazione è la merce di scambio e la fiducia è la valuta. L’evento è meticolosamente progettato per funzionare come una piattaforma di matchmaking ad alta efficienza, rivolta a stakeholder aziendali e finanziari per generare opportunità di business concrete e misurabili, facendo incontrare una domanda e un’offerta di innovazione altamente qualificate in un ambiente facilitato” spiega Petruzzella.

Per le imprese italiane l’evento può rappresentare una finestra privilegiata di “open innovation” sulle tecnologie disruptive emergenti nei mercati africani, offrendo opportunità concrete a più livelli: dall’identificare tecnologie partner da integrare nei propri processi, come le proteine alternative o l’automazione post-raccolta, fino allo scouting di talenti. “È inoltre il luogo ideale per sviluppare nuove filiere produttive più resilienti, sostenibili e tracciabili, rispondendo così alle nuove normative europee e alla crescente domanda dei consumatori” aggiunge il responsabile dell’Innovation Hub di Bari.
“L’Innovation week è stata concepita non come un punto di arrivo, ma come un potente acceleratore, il punto di innesco per la costruzione di un ecosistema di innovazione permanente e strutturato tra l’Italia e l’Africa, tra il sistema pubblico e quello privato, per favorire processi di innovazione e competitività di piccole imprese e startup. Questo ecosistema consente soprattutto di valorizzare i tanti giovani e la loro creatività e professionalità per costruire iniziative e sistemi economici locali resilienti. Ciò passa dalla costruzione di aree di innovazione locali nel Mediterraneo e Africa nei quali ogni attore, dalle Università e organismi di ricerca, incubatori, imprese, investitori, Enti pubblici svolgono un ruolo sistemico nell’emersione e sviluppo di idee in imprese giovanili”, conclude Petruzzella.
Ma forse l’eredità più preziosa che l’Innovation Week porta con sé è una rinnovata immagine del Mediterraneo e dell’Africa. Non più una frontiera che divide, né un vuoto da attraversare, ma un mare “di connessioni”.
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