di: Valentina Milani | 21 Ottobre 2025
Lo Zimbabwe punta a sfruttare il crescente commercio con la Cina per incrementare la produzione di tabacco e promuovere la trasformazione locale del prodotto. Lo ha dichiarato il ministro dei Terreni, dell’Agricoltura, della Pesca, delle Risorse idriche e dello Sviluppo rurale, Anxious Masuka.
Intervenendo nei giorni scorsi a margine dello Zimbabwe-China Tobacco Expo, Masuka, ripreso dai media locali, ha affermato che, dopo aver raggiunto quest’anno un record di 355 milioni di chilogrammi di tabacco, il Paese mira ora a trasformarne localmente almeno 100 milioni attraverso partenariati con la Cina.
“La Cina è il principale mercato di esportazione per il tabacco zimbabwano. Ci auguriamo che resti tale, motivo per cui, mentre discutiamo di aumentare i volumi, abbiamo scelto di camminare insieme per raggiungere l’obiettivo di 500 milioni di chilogrammi”, ha spiegato Masuka.
Attualmente circa il 10% del tabacco zimbabweano viene trasformato nel Paese, ma meno dell’1% è destinato alla produzione di sigarette, un segmento di mercato nel quale Harare intende ora entrare. Attraverso la collaborazione con Pechino, lo Zimbabwe punta a garantire che la maggior parte del tabacco sia lavorata localmente, per creare occupazione, incrementare le entrate da esportazione e rafforzare la base industriale nazionale.
Il ministro ha aggiunto che il Paese potrebbe trarre beneficio anche dall’acquisizione di moderne attrezzature per la produzione di sigarette dalla Cina, migliorando così il valore aggiunto e la competitività del settore.
Patrick Devenish, presidente del Tobacco Industry and Marketing Board, ha ricordato che la Cina rappresenta da anni un pilastro del commercio di tabacco dello Zimbabwe. Ora, ha aggiunto, Harare mira a esportare sigarette prodotte localmente verso il vasto mercato cinese, uno dei più grandi al mondo. “Le sigarette si giocano tutto sul marchio e sui mercati. Il più grande mercato per le sigarette è la Cina: se riusciremo a produrne di più per loro, sarà un vantaggio per entrambi”, ha dichiarato Devenish.
Secondo il dirigente, la cooperazione tra i due Paesi potrebbe estendersi anche alla produzione di sigarette, all’estrazione di nicotina, alla lavorazione di tabacchi per narghilè e a prodotti alternativi a base di tabacco. Devenish ha però riconosciuto che il percorso verso una maggiore trasformazione locale incontra ostacoli legati alla mancanza di finanziamenti a lungo termine, alla scarsa utilizzazione degli impianti e alle attrezzature obsolete, criticità che potrebbero essere superate con il sostegno dei partner cinesi.
Celani Sithole, responsabile vendite e marketing della Tobacco Sales Floor, una delle principali piattaforme d’asta del Paese, ha espresso ottimismo per l’ampliamento delle collaborazioni: “Spero di vedere sempre più imprese cinesi partecipare al nostro mercato del tabacco”, ha affermato.
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