di: Andrea Spinelli Barrile | 17 Ottobre 2025
La politica economica tedesca ha bisogno di una decisa “svolta africana” alla luce delle tensioni geopolitiche e delle dipendenze critiche dalle materie prime. Lo chiede un documento dell’Iniziativa per l’Africa subsahariana dell’impresa tedesca (Safri).
“L’Africa non è solo un mercato per il futuro, ma un partner per la nostra resilienza economica” ha detto Thomas Schaefer, presidente di Safri, citato da Reuters: “Se vogliamo davvero diversificare, garantire la sicurezza delle materie prime e trovare nuove aree di crescita, dobbiamo agire ora”. La Safri è un ente tedesco che riunisce l’Associazione imprenditoriale tedesco-africana, la Federazione delle industrie tedesche, la Federazione del commercio all’ingrosso, del commercio estero e dei servizi tedeschi e la Camera di commercio tedesca.
Materie prime come litio, rame e cobalto sono indispensabili per la trasformazione dell’economia e Safri chiede la sigla di accordi strategici sulle materie prime giuridicamente vincolanti con i partner africani per ridurre la dipendenza dai singoli paesi: “I blocchi delle esportazioni dalla Cina stanno già oggi provocando un calo della produzione in Germania, mettendo così a repentaglio anche l’Europa come sede industriale” si legge nel documento.
Nel 2014, la Germania importava il 18% delle sue batterie al litio dalla Cina. Dieci anni dopo, la percentuale è salita a circa il 50%. Per incoraggiare gli investimenti, Safri auspica un progressivo e rapido rafforzamento dell’Area di libero scambio continentale africana (Afcfta) e l’attuazione degli accordi di partenariato economico dell’Ue: “Non dobbiamo più considerare l’Africa esclusivamente attraverso la lente del rischio e degli aiuti allo sviluppo” ha detto Schaefer, specificando che “si tratta di un approccio basato sulla partnership, con opportunità per entrambe le parti”.
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