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Africa: export in crescita nell’Est nonostante i venti contrari, Uneca

di: Valentina Milani | 2 Ottobre 2025

L’Africa orientale sta dimostrando una notevole resilienza commerciale nonostante le turbolenze globali, con un aumento delle esportazioni spinto dal boom dei prezzi delle materie prime e da effetti di diversione commerciale legati alle nuove tariffe statunitensi. È quanto emerge dai dati diffusi dalla Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Africa (Uneca).

Tra aprile e luglio 2025, le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate in diversi Paesi della regione. La Repubblica Democratica del Congo ha registrato un incremento di oltre un miliardo di dollari rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre l’Etiopia e il Kenya hanno segnato rispettivamente un +95% e un +22%. A favorire questi risultati sono state le tariffe inferiori imposte dagli Stati Uniti sui prodotti africani rispetto a quelle sui concorrenti asiatici, in particolare la Cina, le cui esportazioni verso Washington sono diminuite del 35,6% nello stesso periodo.

Cresce anche il commercio intra-africano. Nel 2024 gli scambi all’interno della Comunità dell’Africa orientale (Eac) hanno superato per la prima volta gli 11 miliardi di dollari, con un aumento del 22% rispetto al 2023. A trainare la crescita sono stati prodotti agricoli e manufatti, fra cui tessili, prodotti chimici, cemento e farmaceutici, con un incremento dell’8,5% delle esportazioni verso il continente a fronte di uno 0,4% verso mercati esterni.

Il rialzo delle quotazioni di oro e caffè ha ulteriormente sostenuto le performance: l’oro è aumentato di oltre il 60% tra gennaio 2024 e luglio 2025, mentre il prezzo del caffè è quasi raddoppiato. Tanzania e Uganda hanno beneficiato della crescita del comparto aurifero, mentre l’Uganda ha visto rafforzarsi anche le vendite di caffè, tè, pesce e fiori. Il Kenya ha raggiunto un record di 1,7 miliardi di dollari di esportazioni di tè nel 2024.

Rimangono tuttavia vulnerabilità strutturali: le esportazioni minerarie rappresentano ormai il 53% del totale, mentre la quota del manifatturiero è scesa al 17,5% nel 2024.

Per rispondere a queste sfide, i governi hanno avviato nuove iniziative: il Kenya ha lanciato la Fase II della zona economica speciale di Dongo Kundu, la Tanzania ha ampliato il porto di Tanga, l’Uganda ha firmato un accordo con il Kenya per eliminare barriere non tariffarie, il Ruanda sta sviluppando il porto di Rusizi e l’Etiopia sta potenziando i valichi di confine e i parchi industriali.

Secondo l’Uneca, in vista dell’incertezza sul futuro dell’African Growth and Opportunity Act (Agoa), la regione dovrà prepararsi a diversificare i mercati di sbocco e rafforzare l’integrazione commerciale continentale, riducendo la dipendenza dalle materie prime e rilanciando la manifattura.

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