di: Céline Dominique Nadler | 11 Settembre 2025
Secondo la Coalition for Disaster Resilient Infrastructure (Cdri), la perdita media annua di infrastrutture, compresi gli edifici, causata da calamità naturali in Africa ammonta a 12,7 miliardi di dollari.
Il 70% dei danni è causato da inondazioni, seguite da terremoti per circa il 28%, meno frequenti ma più catastrofici, ha affermato il gruppo in un rapporto pubblicato in questi giorni su Bloomberg.
“Si prevede che il cambiamento climatico aumenterà l’impatto dei disastri sulle infrastrutture fino al 27%, con una perdita media annua di 2,4 miliardi di dollari”, afferma il documento, senza specificare una data. “L’Africa è una delle regioni più vulnerabili ai disastri legati al clima”, aggiunge il rapporto.
Il direttore generale del Cdri, Amit Prothi, ha osservato: “L’Africa si trova in un momento cruciale, con gran parte delle sue infrastrutture future ancora da costruire. Integrando la resilienza ora, governi e partner possono evitare costose interruzioni e proteggere milioni di vite e mezzi di sussistenza”.
A livello regionale, la devastazione più grave si è verificata nell’Africa orientale, con 5,5 miliardi di dollari, seguita dal Nord Africa, con 2,3 miliardi di dollari. La parte meridionale del continente ha subito danni per circa 2,3 miliardi di dollari, mentre la parte occidentale ha perso 1,58 miliardi di dollari.
A livello nazionale, i Paesi con la maggiore distruzione sono il Sudafrica, con 1,7 miliardi di dollari, la Nigeria, con 1,1 miliardi di dollari, e l’Algeria, con un miliardo di dollari.
I Paesi più piccoli, con meno infrastrutture, subiscono perdite minori, sebbene il danno alle loro economie sia relativamente più significativo. La perdita media annua rappresenta l’1,5% del Prodotto Interno Lordo (Pil) del Lesotho, l’1,25% di quello di Mauritius e l’1% di quello delle Comore.
Il rapporto sottolinea che attualmente i governi africani sono responsabili dell’80% dei finanziamenti per l’adattamento, di cui il 26% proviene dai bilanci nazionali e il 54% dai prestiti; tuttavia, l’entità della sfida richiede una maggiore cooperazione globale e approcci di finanziamento innovativi. Il Cdri, una partnership di agenzie delle Nazioni Unite, banche di sviluppo, aziende private e istituzioni accademiche, ha affermato che i risultati sottolineano l’urgente necessità di investimenti in infrastrutture resilienti in tutto il continente.
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