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Tanzania: minerali, Paese al centro di una competizione Usa-Cina

di: Tommaso Meo | 5 Settembre 2025

La società americana Lifezone Metals ha concluso un accordo di finanziamento di 60 milioni di dollari a favore del progetto Kabanga Nickel, destinato alla produzione di rame, nichel e cobalto in Tanzania. Il finanziamento sosterrà i lavori iniziali e lo sviluppo delle infrastrutture del progetto nella nazione dell’Africa sud-orientale, a seguito della pubblicazione di quello che Lifezone ha descritto come uno studio di fattibilità economica “solido”.

Secondo quanto comunicato dall’azienda, il progetto è uno dei giacimenti di solfuro di nichel più grandi e di più alta qualità al mondo, ed è pronto per lo sviluppo. Lifezone ha dichiarato che sta lavorando con la sua teconlogia Hydromet per sbloccare una nuova fonte di nichel, rame e cobalto per i mercati globali dei metalli per batterie e per aiutare la valorizzazione dei minerali locali.

L’annuncio arriva pochi giorni dopo che la cinese Zhongzhou Mining ha avviato la costruzione di quello che viene presentato come il primo impianto di raffinazione e lavorazione del nichel e del rame della Tanzania. Questi sviluppi inseriscono ulteriormente il Paese nella competizione globale tra Washington e Pechino per assicurarsi l’accesso ai minerali strategici africani.

L’interesse americano per i minerali critici della Tanzania è evidente già dal 2023. Durante una visita nel Paese dell’Africa orientale, la vicepresidente Kamala Harris aveva annunciato la costruzione di un impianto per la produzione di “nichel di qualità batteria” a Kabanga, un progetto destinato in particolare a rifornire gli Stati Uniti di nichel.

Dall’altra parte, la Cina ha già diverse iniziative in cantiere nel settore, a partire dallo stabilimento di Zhongzhou Mining, che rappresenta un investimento di oltre 15 milioni di dollari e dovrebbe creare 300 posti di lavoro diretti. Pechino è anche coinvolta nel progetto sulle terre rare di Ngualla, dove Shenghe Resources ha firmato quest’anno un accordo di fusione-acquisizione per assumere il controllo di Peak Rare Earths, proprietario australiano del sito. Con una capacità annunciata di 37.200 tonnellate di concentrato all’anno per oltre vent’anni, si tratta di uno dei progetti più avanzati del continente.

La Tanzania ha un potenziale ancora inesplorato di minerali critici, dal rame alla grafite. Nel febbraio 2023, insieme ad altri Paesi africani ricchi di minerali, ha partecipato a una riunione del Mineral Security Partnership, un’iniziativa promossa da diversi Stati occidentali, tra cui gli Stati Uniti, per garantire la sicurezza delle loro catene di approvvigionamento. Un segno che la Tanzania rimarrà probabilmente al centro delle strategie africane di Washington e Pechino nei prossimi anni.

© Riproduzione riservata

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