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Nella tempesta dei dazi, la Cina si fa largo in Africa

di: Giulia Filpi | 1 Settembre 2025

Le esportazioni cinesi verso l’Africa sono salite a livelli record, nel 2025, manifestando una forte crescita, anche in conseguenza dei dazi imposti dagli Stati Uniti nell’ambito delle politiche del presidente Donald Trump, che hanno spinto Pechino a ristrutturare la propria strategia commerciale globale.

La Cina quest’anno ha abolito le tasse sull’import da 53 Paesi africani, proprio mentre i dazi Usa sconvolgevano il quadro dell’Africa Growth and Opportunity Act (Agoa), che 25 anni fa istituiva una cornice di libero scambio e facilitazione del commercio, solo formalmente ancora in vigore fino a fine settembre. Pechino ha inoltre autorizzato recentemente l’importazione di prodotti agricoli provenienti da Etiopia, Congo, Gambia e Malawi.

Questa settimana, il sito di informazione economica Business Insider Africa traccia un quadro della situazione, evidenziando come il continente stia diventando uno dei mercati più importanti per il gigante asiatico e come Trump potrebbe aver contribuito a questo risultato. Mentre gli ordini provenienti dagli Stati Uniti sono diminuiti, infatti, le esportazioni cinesi verso l’Africa sono aumentate del 25% su base annua, raggiungendo i 122 miliardi di dollari nel 2025. Già nel 2023, il commercio tra Cina e Africa ha toccato i 282 miliardi di dollari, confermando il dominio di Pechino come principale partner commerciale del continente negli ultimi 15 anni.

I dati suscitano un certo entusiasmo a Pechino, dove l’agenzia di notizie Xinhua ha dedicato, ieri, un lungo approfondimento alla “rinascita del commercio africano” dopo la scossa della “tempesta tariffaria”.

“Le economie cinese e africana sono altamente complementari – questa la lettura dei giornalisti cinesi – le risorse minerarie e agricole dell’Africa soddisfano il fabbisogno di materie prime della Cina, mentre i manufatti e le tecnologie infrastrutturali cinesi sostengono lo sviluppo autonomo dell’Africa. Anche a fronte dell’imposizione di tariffe aggiuntive da parte degli Stati Uniti, le importazioni cinesi dall’Africa hanno continuato a crescere, fornendo un sostegno fondamentale alle esportazioni africane”.

Il quadro, in realtà, rimane molto sbilanciato, con la Cina che continua ad avere un importante surplus commerciale con l’Africa, esportando molte più merci di quante ne importi dal continente. Quest’anno ha visto anche un aumento della domanda di attrezzature e forniture necessarie per completare i numerosi progetti che le aziende cinesi si sono aggiudicate in tutto il continente, dai parchi industriali alle ferrovie.

Nigeria, Sudafrica ed Egitto sono i maggiori acquirenti africani di prodotti cinesi. Le macchine da costruzione sono state tra le esportazioni cinesi in più rapida crescita verso l’Africa nei primi sette mesi, con un aumento del 63% rispetto all’anno precedente. Le spedizioni di autovetture sono più che raddoppiate rispetto al 2024 e alcuni prodotti siderurgici hanno registrato un’espansione a due cifre. Allo stesso tempo, la quota dell’Africa sul totale delle esportazioni cinesi rimane modesta, pari a circa il 6%, ovvero la metà di quella degli Stati Uniti.

L’iniziativa Belt and Road, il maxi-piano di sviluppo infrastrutturale globale voluto dal presidente Xi Jinping nel 2013, è stato la forza trainante del boom, accelerata dalla guerra commerciale. “Negli ultimi anni gli esportatori cinesi hanno fatto un lavoro davvero impressionante nel diversificare la loro presenza nei mercati emergenti, compresa l’Africa”, ha detto a Bloomberg Christopher Beddor, vicedirettore della ricerca sulla Cina presso Gavekal Dragonomics. “Probabilmente anche l’indebolimento dello yuan quest’anno ha reso le esportazioni cinesi più competitive nei paesi africani”.

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