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Trump visto da qui

di: Massimo Zaurrini | 13 Dicembre 2016

Il rapporto tra il neo-eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e l’Africa non sembra cominciare con il piede giusto. Come in ogni parte del mondo, anche il continente africano aveva seguito con attenzione la lunga campagna elettorale statunitense, notando con amarezza la totale assenza dell’Africa e delle sue questioni dal dibattito pre-elettorale. Ma è nei giorni immediatamente successivi alla dichiarazione della vittoria che molti media africani hanno palesato il basso livello di aspettative che ripongono nel nuovo inquilino della Casa Bianca. A cominciare dal Kenya, Paese che aveva dato i natali al padre del presidente uscente Barack Obama e che tanto calorosamente aveva salutato quel suo nipote. Sono stati i giornali keniani, infatti, i primi a riportare la notizia che sarebbe stata cancellata la Conferenza sull’Africa organizzata a New Orleans dal 4 al 6 dicembre dal Corporate Council on Africa (Cca, un’associazione che raccoglie grandi gruppi industriali con interessi nel continente).
La riunione annuale del Cca si era tenuta regolarmente negli ultimi sette anni e negli Stati Uniti era diventata uno degli appuntamenti di punta per chi si occupa di Africa in chiave economica. Il Cca era considerato anche un gruppo di lobbying nei confronti del Congresso per le questioni economiche africane. In realtà gli organizzatori si sono limitati a dire di non aver raggiunto un numero di iscritti sufficiente per tenere l’incontro. Eppure, comunicazioni diffuse nei mesi scorsi preannunciavano la presenza di oltre 400 imprese e di grandi speaker, come consuetudine. Secondo gli osservatori keniani è stata l’elezione di Donald Trump la vera ragione della cancellazione.
La posizione del magnate sull’Africa e la sua dichiarata priorità all’attenzione per le questioni interne al Paese, lasciano presagire se non un graduale sganciamento dall’Africa, quantomeno un rallentamento dell’interesse. Alcuni temono anche ripercussioni sul futuro di programmi quali Power Africa, e la fuga dall’Africa di fondi di investimento ed equities americani.
In realtà, il passato ha dimostrato più volte che gli interessi e gli appetiti statunitensi all’estero difficilmente subiscono cambiamenti drastici. E l’Africa dei prossimi 4/8 anni è una zona di mondo che Washington ormai non può più ignorare.

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