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Africa: La crisi vista come opportunità per sviluppare le colture locali

di: Redazione | 11 Maggio 2022

Il conflitto in Ucraina, le sanzioni contro la Russia, gli effetti ancora presenti della pandemia hanno fatto schizzare così in alto i prezzi del grano che diversi Paesi africani hanno già cominciato a cercare alternative, eliminando tout court il grano dalla loro dieta. Ne parla in un suo lungo articolo Bloomberg riferendo di come i produttori di Kenya, Egitto, Repubblica democratica del Congo, Nigeria e Camerun stanno già utilizzando alternative più economiche per la panificazione, i dolci e la pasta.

Così al posto del grano si sta usando il riso locale, la farina di manioca e il sorgo. Sono tutte colture locali, quindi meno esposte alle interruzioni del commercio internazionale e all’inflazione globale, che offrono una certa protezione a fronte di prezzi alimentari record.  

Il Kenya importava circa il 44% del suo grano dalla regione del Mar Nero, e l’aumento dei prezzi ha contribuito ad alimentare l’inflazione al 6,5% in aprile. Unga Group, produttore con sede a Nairobi della farina di grano di marca Exe e della farina di mais Jogoo, sta vedendo uno spostamento delle vendite verso la sua linea Amana di riso e legumi, riferisce ancora Bloomberg. “C’è un’impennata nel prezzo del mais e del grano che spinge i consumatori verso altre alternative”, ha detto il direttore generale Joseph Choge. “Le vendite di legumi e riso stanno crescendo, mentre il grano sta scendendo”. 

L’Egitto, il più grande acquirente di grano, con più dell’80% delle importazioni provenienti da Ucraina e Russia, è in ritardo del 13% rispetto all’anno scorso. Di fronte a questo tipo di pressione, il produttore di pasta Egyptian Swiss Group sta sperimentando nuove ricette utilizzando riso, mais e farina di lenticchie.

Nestlé Nigeria, produttore di Golden Morn, sta introducendo più colture prodotte localmente nella sua linea includendo il sorgo e la soia. 

In Congo, il governo ha approvato un programma che sostiene la produzione di farina di manioca per fare pane e dolci. Questo potrebbe aiutare la Rdc a ridurre la sua dipendenza dal grano importato, che costa circa 87 milioni di dollari all’anno, ha detto il ministro dell’industria Julien Paluku. 

Il Camerun importa circa 1 milione di tonnellate di grano all’anno, collocandosi tra i primi 10 acquirenti dell’Africa subsahariana. Il calo della produzione interna lo ha spinto a sospendere le esportazioni di farina di grano, riso e cereali verso i Paesi vicini. La mossa è arrivata dopo che il governo ha aumentato i prezzi del pane del 20% a marzo. In risposta, alcune aziende alimentari stanno facendo perno sulle patate. [Da Redazione InfoAfrica]© Riproduzione riservata

Leggi il nostro focus sulle potenzialità legate al settore agricolo africano: https://www.africaeaffari.it/rivista/sempre-piu-agroindustria

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