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Rwanda: Kigali finalista nella prima edizione del Wellbeing City Award

di: Redazione | 8 Febbraio 2019

La capitale ruandese Kigali è stata nominata tra le 16 città finaliste per la prima edizione del Wellbeing City Award, un riconoscimento che va alle città che collocano il benessere al centro del design, della pianificazione e delle politiche urbane.
Il Wellbeing City Award è la prima competizione globale al mondo a riconoscere l’azione guidata dalle città sul benessere urbano.
Kigali, che è stata nominata nella categoria di salute pubblica, è l’unica città africana tra le 16 finaliste. La nomina di Kigali è stata legata alla giornata bimestrale senza auto che è organizzata per dare ai cittadini residenti una piattaforma per fare esercizi fisici che si conclude sempre con controlli sanitari specifici.
I premi sono conferiti da NewCities, un’organizzazione globale no-profit che mira a promuovere un futuro urbano migliore e a sostenere le idee più innovative. In concorso c’erano più di 100 città di 27 di ogni continente; quattro sono invece le categorie di premi. I vincitori del Wellbeing City 2019 sarà resi noti il prossimo aprile.
Kigali, per la categoria Public Health, sarà in competizione con Goteborg (Svezia), Los Angeles (USA) e Vancouver (Canada). Per le altre categorie, Bogotá (Colombia), Milano (Italia), New Haven (USA) e Santa Monica (USA) sono state nominate per la categoria della comunità.
Amaravati (India), Chicago (USA), Lubiana (Slovenia) e Pune (India) nella categoria economia e opportunità. Avià (Spagna), Curridabat (Costa Rica), Lisbona (Portogallo) e Moonee Valley (nell’area metropolitana di Melbourne, Australia) nella categoria ambiente sostenibile.

© Riproduzione riservata

Per approfondire:

I documenti programmatici messi a punto da Kigali sono stati rispettati, la vita media si è alzata, i poveri sono diminuiti ed è cresciuto il peso a livello regionale. Restano da risolvere alcune criticità cercando di mettere in archivio i fantasmi del passato.

Utilizzare risorse esistenti e Ict nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente, questo misurerà l’‘intelligenza’ dei centri futuri. Con un monito: evitare isole tecnologiche nel deserto. Con un vantaggio: non avere un forte passato urbanistico a cui dover rendere conto.

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